martedì 13 luglio 2010

Lo spirito zingaro di Umbria Jazz, tra tavoli e "guappi di cartone"


Dici, lo spirito di Umbria jazz non esiste più. Lo spontaneismo musicoalcolico delle session improvvisate si è perso, annacquato nell'istituzionalizzazione del rito. E così, con l'aria decadente di chi il prezioso selciato bagnato dalla spuma (birra, of course) l'ha calpestato in lungo in largo negli anni, te ne stai appollaiato a seguire il concerto in piazza. O a veder le nuove leve dello scalettismo – ah, i giovani d'oggi – entusiasmarsi per la folla che dicechelannoscorsoeradipiù, va beh. Diserti così il programma ufficiale, lo segui sghembo rimbalzando da locale a locale, da qualche parte lo “spirito” ci sarà, che diamine, e che sia il caso a farcelo trovare.
Capiti per un bicchiere di vino fuori tempo massimo in via Bartolo, al ristorante Le Prome ci stanno i Guappecarto, e ne hai sentito parlare bene dall'amico dell'amico dell'amico, come sempre. Li vedi, dandy sgualciti, cappello a cilindro, eleganza da duri demodè, riprendere gli strumenti dopo una pausa sigaretta. E senza neanche accorgertene ti ritrovi ore dopo a tenere il tempo sul tavolino, mentre il violino e la fisarmonica si inseguono sulle strade che portano verso Parigi, decenni decenni fa, è un circo o una carovana gitana, che vaga, chissà. I quattro “guappi” - Dr Zingarone alla fisarmonica, O’Malamente al violino, Frank Cosentini alla chitarra, Pierre La Braguette al contrabbasso - l'hanno girata in lungo e in largo l'Europa, e raccolgono e mescolano trascinanti suggestioni folk dell'Est, melodie popolari che hanno il respiro della tradizione italiana e malinconia da expatriés bohémien della “rive gauche”.
Un indiavolato furore
che muove le dita sulla chitarra, pizzica le corde del violino o del contrabbasso, e scivola e riemerge sui tasti della fisarmonica per poi acquietarsi, languido e malinconico, una tavolozza a tinte calde e vive, da gustare ancora e ancora. Così ti informi, e vieni a sapere che mercoledì 14 luglio saranno al Parco Sant'Angelo (ne avevamo già parlato, dell'accattivante selezione che si può trovare chez Prinz) e venerdì salutano la città tornando al Le Prome (che ripropone a 15 euro anche un interessante connubio gastronomico con buffet-cena di pesce e vino, e se quelli che incroci a fine serata erano gli avanzi, beh, è un signor buffet-cena).
E quando all'ennesimo bis decidi che è ora di andare ad affrontare i resti della serata di Uj, ti porti dentro le vite vissute e condensate in questa musica – in tutta la musica, forse, ma qui la tocchi quasi – ode ad un cosmopolitismo senza bandiera che emoziona e fa ballare, occhi lucidi e mano sul cappello a salutare il treno che parte. O arriva per restarti nel cuore.
Filippo Costantini






2 commenti:

  1. ma la foto dei megafusti di birra la mattina alle sei è geniale, chi l'ha scattata??? ciao

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  2. Si dice il peccato ma non il peccatore. O la peccatrice...

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