venerdì 16 luglio 2010

Pat Metheny danza con la chitarra sul grande palco notturno di Uj


Vedere Pat Metheny abbracciare la chitarra e scuotere quella massa di capelli ricci, a seguire il suo stesso ritmo, riempie il cuore di musica. E la musica che sta suonando sul palco, piccolo uomo sotto luci blu, circondato da un'Arena intera, sembra arrivare da lontano. Anzi, sembra avvolgere il palco, il campo sportivo, i giardini alle spalle del pubblico: le melodie risuonano forti e sicure e giungono da destra e da sinistra, dal palco e dal parco.
Pat Metheny occupa la scena, perentorio e morbido: abbraccia la sua chitarra, la suona tenendola stretta e balla con lei. Si muovono all'unisono, il musicista e il suo strumento, un ballo ora sensuale e ora ritmico, lento e poi veloce.
Il pubblico di Umbria Jazz, uno dei più numerosi dell'edizione 2010, ne è entusiasta, a volte interrompe gli assoli e li accompagna con gli applausi. La band di Pat porta a Perugia una tappa del loro tour amarcord: pezzi che ripercorrono la storia di Metheny, Lyle Mays, Steve Rodby e Antonio Sanchez. Una scaletta ideale, che si appiccica alla perfezione all'etichetta Uj: una celebrazione del miglior jazz, una celebrazione della sua storia.
All'Arena esplodono le sonorità jazz del "Songbook", un jazz libero e vicino alla gente. Che osserva, balla, batte le mani e tiene il ritmo, si sdraia sul prato a guardare le stelle con un sottofondo indimenticabile.
Forse non è stato Pat a suonare la sua chitarra, ma è la chitarra che ha suonato Pat.


E prima del Pat Metheny Group sullo stesso palco il preside della Berklee College of Music, Roger Brown, aveva consegnato tre lauree ad honorem a tre jazzisti d'eccezione: Renzo Arbore, Stefano Bollani e Horacio "El Negro" Hernandez. Sotto l'occhio vigile di due giganti della musica internazionale: Sonny Rollins ed Enrico Rava. Horacio ringrazia commosso il paese che lo ha accolto dopo la fuga dal regime castrista, Arbore e Bollani scherzano: "La fortuna di fare il jazzista? Il tuo epitaffio te lo leggono da vivo".
Chiara Cruciati

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